I progetti migliori nascono per caso, quando non li si cerca né li si preventiva. Così il dolce far niente di un giorno festivo, che ti consente di rispolverare vecchi diari scritti ai tempi della fanciullezza, fa germogliare l’idea: raccogliere quanto di più esilarante, politicamente scorretto e incredibilmente crudele i bambini mettono per iscritto, senza mai nessun segno di pentimento.
L’intervista a Clementina e Agnese de I Diari Dei Bambini
Nata nel dicembre del 2021, I Diari Dei Bambini è una community che conta quasi 300.000 follower su Instagram. Dietro la nostra dose di buonumore quotidiano ci sono due studentesse, Agnese e Clementina, che da un’avventura iniziata per gioco si stanno approcciando alle complessità di un progetto duraturo, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: divertirsi e far divertire.
Ragazze, partiamo da voi: chi siete?
Agnese: due studentesse. Io nello specifico studio Relazioni Internazionali, mentre Clementina Interpretazione.
Clementina: siamo anche amiche e siamo state coinquiline, dettaglio non trascurabile in questo contesto.
Come mai?
C: I Diari Dei Bambini è nato in un contesto domestico, un pomeriggio dopo pranzo. Era l’8 dicembre 2021 e, complice la chiusura delle università, ho tirato fuori il mio vecchio diario di quando ero piccola, che porto sempre con me per farmi quattro risate quando necessario.
L’avete letto insieme?
A: sì, e mi sono resa conto che anche io scrivevo esattamente le stesse cose divertentissimo.
E poi?
C: abbiamo cercato sui social se ci fossero pagine dedicate alla raccolta di materiali simili a quelli che avevamo tra le mani, ma non abbiamo trovato nulla. Così abbiamo deciso di crearla noi. La pagina “I Diari Dei Bambini” è nata per scherzo e inizialmente l’abbiamo condivisa con amici e colleghi di università: abbiamo cominciato pubblicando le loro pagine di vecchi diari, ma poi la voce si è sparsa. Qualche pagina con numeri importanti ha iniziato a ricondividerci e da lì è stato un crescendo.


Come raccogliete il materiale che pubblicate?
A: tutto su base volontaria. Ci arrivano foto e messaggi, siamo sui 100 messaggi giornalieri, ora. Tra questi noi facciamo una selezione, organizziamo il materiale per tematiche e argomenti e scegliamo cosa pubblicare. Nell’ultimo periodo chiediamo già anche la trascrizione del testo, altrimenti sarebbe davvero complesso riuscire a stare dietro a tutto.
Come si gestisce una community così numerosa?
C: cerchiamo di essere sempre molto cordiali e di rispondere a tutti, nel limite della disponibilità e dei nostri impegni. Non neghiamo che a volte la fatica, nelle risposte, si faccia sentire, soprattutto quando ci scontriamo con particolari insistenze, ma alla fine è grazie ai messaggi che alimentiamo il progetto.
A: internamente, poi, cerchiamo di dividerci il lavoro: Clementina, che è la più creativa delle due, si occupa di fare storie e pubblicare i post, mentre io mi occupo di rispondere alle singole persone e di fare una prima selezione.
C’è insistenza per essere pubblicati?
A: è capitato, sì. Alcuni si arrabbiano perché non li pubblichiamo, quando magari ci hanno mandato la foto il giorno prima. Non neghiamo come a volte prevalga l’impulso di una risposta piccata, ma alla fine l’importante è riuscire a mediare.
Tra le cose più strane e assurde che avete letto?
C: Quando i bambini parlano di politica è sempre incredibile. Ci sono arrivate lettere indirizzate a Di Maio o a Berlusconi, per esempio. La mia pagina preferita in assoluto è un disegno di una stella con tutte barbie attorno in pose da star e attorno ripetute le lettere “BR”. Pensavamo stesse per Barbie, ma la didascalia ci ha chiarito i dubbi: era Barbie Brigate Rosse, ispirata da un servizio del tg.


Ci saranno degli sviluppi futuri per la vostra pagina?
C: ultimamente stiamo sperando in uno sviluppo. Abbiamo aperto da qualche mese uno shop in collaborazione con Archilettura, uno studio di Milano con il quale realizziamo delle magliette. Abbiamo chiesto la liberatoria agli autori in questione, anche con qualche remora, e tutti si sono mostrati entusiasti, felici che i frutti delle loro penne trovino finalmente la fama che meritano. Vediamo tutto questo dove ci porterà, questo ancora non lo riusciamo a immaginare.
C’è qualcosa di voi studentesse in questo progetto?
A: l’arte del compromesso, direi.
C: in primo luogo ho avuto modo di capire quanto poco sia preparata in economia. Quando abbiamo iniziato a parlare di magliette, ordini, resoconti, percentuali e tasse nella mia testa c’era il vuoto. Questo mi fa capire quanto sia importante avere una preparazione sulle cose del mondo, al di là dei propri corsi di studio. Di mio poi sicuramente la cura nel scegliere le parole e l’attenzione a un linguaggio inclusivo.
Qualcosa che invece questa avvenuta vi ha insegnato?
A: la gioia della gratificazione, soprattutto se inaspettata. Vedere le persone ridere scorrendo la nostra pagina è la cosa che più mi porto dietro, al di là di numeri e follower che aumentano. Poi l’arte della collaborazione: siamo due teste diverse, che pensano in modo diverso e hanno idee diverse. Noi abbiamo avuto la fortuna di creare questa pagina da amiche, ma stiamo diventando un team di lavoro e gestire il tutto ci sta insegnando molto.
C: io tendo a fare da sola, ma sto crescendo da questo punto di vista. Sto imparando a delegare, un insegnamento resterà anche per il futuro.
Riuscite ancora a divertirvi o prevale la dimensione di responsabilità?
C e A: Quando vediamo tutti i messaggi un po’ ci spaventiamo, ma alla fin fine non vediamo l’ora di dedicarci alla pagina, proprio perché ci diverte e ci fa felici.

