tra dad e piano estate

Manca poco al ritorno sui banchi, così abbiamo chiesto al nostro Laureato come ha trascorso questa estate. Nasce così uno speciale scuola in due parti: dedicato ai ricordi di DAD e Piano Estate prima e poi all’avventura delle istanze online.

L’articolo di Gabriele Chincoli, qui trovi la seconda parte

Vacanze!
L’estate per gli insegnanti vuol dire vacanze… a meno che tu non sia un insegnate precario.
Come me.
Disoccupazione!
Mentre sorseggio il mio bricco di Tavernello godendomi i 38,5 °C di questo placido giovedì d’agosto con il gatto spaparanzato addosso, che è la morte sua (o mia), controllo pigramente se per caso è arrivato lo stipendio di giugno.
Niente.
Tanto lo farei anche gratis (autocit.)

Il connubio tra alcol e clima genera l’atmosfera adatta per abbandonarsi ai ricordi di questo anno scolastico 2020/2021, vissuto da parte mia come supplente di sostegno e segnato da due eventi tanto discussi eppure così sconosciuti: la DAD e il Piano Estate.

DAD: Devi Accettare le Distanze

Insegnando in una scuola media, siamo stati costretti alla Didattica A Distanza per l’intero mese di marzo. La notizia ci ha investiti mentre ci trovavamo ancora in aula,  tra  la disperazione dei colleghi insegnanti e l’entusiasmo degli studenti.

E mentre i cori di giubilo delle classi si scontrava con i lamenti degli insegnanti, alcuni dei quali tentavano di espiare questa pena autoflagellandosi con il cavetto del mouse intonando inni al Wi-Fi, io ho vissuto quest’ultimo giorno in presenza con grande curiosità. Non avevo la più pallida idea di cosa aspettarmi.

Non avevo esperienze dirette del primo lockdown, così ho esortato i colleghi a narrarmi le loro peripezie all’interno dello spazio protetto della sala insegnanti: disastro.

Tutti i racconti erano concordi sull’inconsistenza della DAD, un sistema difettoso che impediva un rapporto costante, senza poter monitorare i progressi degli studenti. In aggiunta, un potere più in alto di noi aveva stabilito che le ore che si dovevano passare davanti ai monitor dei computer dovevano essere la metà di quelle vissute in classe, dimezzando immediatamente il tempo a disposizione di ciascun docente per la propria materia.

Ed è così che Diffondo Amletici Dubbi

Il giorno stesso la Scuola “Wade Wilson” mi comunica quello che sarebbe stato il mio orario in DAD: 9 ore in compresenza con gli altri colleghi.
Che davvero?
Come si fa a fare compresenza mentre si è online?
Mi connetto alla lezione del collega e lo interrompo ogni volta che potrei aggiungere una spiegazione? Ma come faccio a sapere cosa deve essere approfondito e cosa no? Come fa lo studente che seguo a comunicarmelo?
Oppure devo fargli lezione individuale, privandolo della lezione del suo docente della materia? Ma è davvero il mio compito sostituirmi al collega di quella cattedra?

Siccome di stare zitto non sono mai stato capace, ho appallottolato tutti questi dubbi e li ho inviati in blocco al mio Vicepreside: così non ha senso, che si fa?
La risposta è stata immediata e odorava di patata bollente sbolognata: hai ragione, quindi fatti l’orario come ti pare. E poi fammi sapere.
Bellissimo.

Alla fine, dall’alto del mio “non ho mai fatto l’insegnante di sostegno in vita mia”, ho deciso che le mie ore sarebbero finite al pomeriggio, senza sovrapposizioni, obbligando i miei studenti a sorbirsi le lezioni aggiuntive. Il risultato è stato sorprendete: tra i colleghi costretti a un orario dimezzato e il mio vantaggio di ore in più focalizzate sui ragazzi in difficoltà, al ritorno in classe eravamo in pari con il programma.
Miracolo. Santa DAD.

Missione: Piano Estate

A lungo si è parlato in televisione di questo mirabolante Piano Estate: un insieme di progetti, laboratori e lezioni facoltative per coprire il periodo estivo e permettere agli studenti di continuare a vivere la scuola.

Un’idea che ha smosso l’immaginario collettivo, stimolato ulteriormente dalla cifra astronomica che il Ministero ha messo a disposizione per realizzarlo. Fantastiliardi tutti per la scuola.

Così, de botto. Peccato che l’abbiano annunciato ai primi di maggio, a meno di un mese dalla fine dell’anno scolastico. Peccato che non si sia parlato di quale iter questi progetti dovessero sopportare per vedere la luce.

Ecco come si è svolto nella Scuola “Wade Wilson”: l’istituto ha interrogato tutto il corpo docenti con un questionario online per sapere chi fosse disponibile a realizzare progetti qualsiasi d’italiano, matematica, educazione fisica o arte. Lo stesso questionario è stato girato anche agli studenti, per capire quale fosse il nostro pubblico.

Nel frattempo il nostro amato preside, il Professor Xavier, ci ha chiesto di progettare dei corsi “interessanti” da consegnare tassativamente entro metà maggio. La scadenza così vicina era dettata non da lui, ma dallo Stato, poiché per ottenere i fondi era necessario compilare una documentazione online con tempistiche strettissime.

Finanza creativa: applicazione del Piano Estate

Una volta eseguita questa procedura è arrivato il colpo di scena: i tempi di reazione dello Stato per questi progetti sono lunghi mesi, mentre i nostri progetti sarebbero dovuti iniziare entro massimo due settimane. Avvezzo a questa tenzone con il Ministero, il saggio Xavier ci ha rivelato che  aveva intenzione di sfruttare i fondi ottenuti con altri progetti del passato per coprire i nostri stipendi per realizzare attività di ripiego; nel frattempo sarebbero arrivati (forse) i soldi anche di questi progetti (solo in caso di approvazione), i quali sarebbero stati usati per realizzare i veri progetti durante il prossimo anno scolastico (da un personale scolastico diverso da quello che li ha proposti, poiché io ho scritto 4 progetti differenti e difficilmente l’anno prossimo sarò di nuovo alla Wade Wilson).

Unico compromesso chiesto dal nostro amato preside: abbandonare le nostre idee iniziali e realizzare i corsi in funzione della richiesta degli studenti, così da incentivarli a partecipare.

Così io, laureato in lettere con tesi di letterature nordiche, sono stato assegnato come docente in un corso di… matematica, chimica e scienze naturali.
Ma che davvero?
Davvero.

Eppure il corso è stato un successo: ho convinto gli studenti a realizzare siti di divulgazione scientifica, insegnando loro a creare un sito internet e curando la stesura di relazioni scientifiche corredate da foto, video e tanta pazienza.
La mia.

Ma la vera domanda resta: chi sarà il povero disgraziato che l’anno prossimo alla Wade Wilson dovrà realizzare un progetto sul gioco di ruolo proposto da me durante il Piano Estate?

Gabriele Chincoli

Gabriele ha deciso che la laurea in lettere non era una croce abbastanza grande da portare, così si è scelto un triplice martirio: l’insegnamento a scuola come mestiere, il volontariato in montagna come hobby e il gioco di ruolo come passione.
Quindi ha il portafoglio vuoto, ma sorride sempre.

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