Storia in flanella podcast

Un Podcast per domarli, un Podcast per divertirli, un Podcast per istruirli e con la storia affascinarli. Ci serve il fuoco (e uno stregone) per leggere la lingua di Mordor, ma solo un paio di cuffie per abbandonarci al mondo della divulgazione di “Storia in flanella”. E se a Barbero mancasse proprio il tartan per essere perfetto?

L’articolo di Giuseppe Giardi.

Un podcast, sì. Prima di arrivarci, però, penso sia necessaria una contestualizzazione del sottoscritto.

Nato nell’anno 1994esimo dell’era volgare, mi approcciai ancora in fasce allo studio della storia, tutto preso com’ero dalle vicende del mondo antico. Tentai di resistere al richiamo delle humanae litterae, ma il tentativo fallì miseramente.

Effugere nemo potest, quod futurum est

Iscrittomi alla corporazione dei Medici e degli Speziali (aka scuola di Medicina e Chirurgia), dopo aver superato l’infausta chimera definita, nel volgare odierno, test di ingresso, mi accorsi tosto che avrei fatto meglio a mettermi il cuore in pace: la mia strada era un’altra.

Collezionai un paio di allori: il primo mi fu conferito, senza infamia e senza lode, dalla gloriosa scuola di Lettere, presso l’Alma Mater Studiorum bolognese; il secondo – ibidem – lo ottenni in Scienze Storiche, questa volta con lode (e tanta infamia). Sono inoltre recentemente risultato abile all’insegnamento delle discipline umanistiche nella mia amata Repubblica di San Marino, nella quale sono nato e vivo tuttora (sì, sono extra-comunitario).

Ed eccomi qui, tra il serio e il faceto, armato dei due pezzi di carta, a raccontare quali tortuosi vicoli mi hanno infine condotto dove sono arrivato ora… da nessuna parte, effettivamente.

Non scholae, sed vitae discimus

Ma, ritenendo che al lettore freghi relativamente poco del mio curriculum vitae, veniamo celeri al dunque: perché la divulgazione?        
A pensarci bene, verrebbe da chiedersi: e perché no?

Quanti ricordano le infinte pagine del libro di testo scolastico in merito – che ne so – al Medioevo? Cavolo, 1000 anni di storia, ci ricorderemo qualcosa! Probabilmente, fatta eccezione per qualche nobilissimo e illuminato erudito, al quale va tutta la mia stima, la maggior parte degli interrogati chiederebbe l’aiuto dal pubblico, rischiando la scena muta o azzardando un “massì dai, vassalli, valvassini e valvassori”.

Maggior parte che potrebbe invece riprendersi dal torpore, se chiedessimo notizia di qualche nozione derivata dall’ascolto delle conferenze del Professor Barbero, membro ad honorem della divina trinità tricolore della divulgazione, completata – neanche a dirlo – dagli Angela padre e figlio.

“Si, ma loro sono Barbero e gli Angela, tu sei un bifolco qualunque”, senz’altro vero. Nonostante ciò, la mia etica stoica mi impone di tentare un approccio attivo a qualsiasi ambito della mia vita: non starò certamente a guardare mentre Barbero e gli Angela scendono in guerra contro l’ignoranza, arraffando per loro tutta la gloria!

Per fas et nefas ad gloriam

Fuor di scherzo, unendo la passione per la storia all’insofferenza verso il canonico utilizzo passivo dei social (e al mio amore per le camicie in flanella, si intende) è nata Storia in Flanella, prima nella versione social, approdando poi di recente al podcast, diavoleria moderna in cui sento di aver trovato la mia dimensione ideale.

La motivazione è semplice e semplicemente utopistica: l’astio totale verso il perentorio adagio recitante “la storia è noiosa”, arrivando persino all’indizione di una crociata contro chi osa pronunciare suddetta blasfemia! Più realisticamente, cerco di raccontare la storia in maniera avvincente, di renderla fruibile e piacevole a quanti più possibile, ma rimanendo ben ancorato ai fatti e alla ricerca scientifica che ci ha portato a conoscenza di questi. Anche se la mia narrazione è spesso ironica, aneddotica e ricca di immagini colorite tese a mantenere l’hype sempre a mille, le fondamenta solide sono quelle della storiografia seria, quella che si fa sulle fonti e sui saggi degli studiosi. Forma e contenuto, insomma, non corrispondono: il podcast è una versione pop della storia, raccontata con metodo poco convenzionale ma precedentemente studiata dal sottoscritto con massima serietà.

Al momento, sul podcast, mi sto occupando di donne di potere nella Roma antica, un argomento che mi ha sempre affascinato e che trova spesso poco spazio tra i banchi di scuola (anche ai piani alti). Ho registrato un paio di puntate, analizzando le figure di Livia Drusilla e Giulia Maggiore e sto lavorando sulla terza – interrompendo tuttavia il flusso romano per fare un breve excursus nella mia storia patria e, sfruttando la ricorrenza del 28 luglio (data in cui noi extracomunitari di San Marino festeggiamo la liberazione dal Fascismo), ho ridato voce alla interessante testimonianza di un mio compatriota (nonché avo), direttamente coinvolto nei fatti di quel 1943 – sulla quale mantengo ancora il segreto di stato.

Giuseppe Giardi

Allevato nella libera Repubblica di San Marino, isolo dalla società la mia persona con maestria assoluta, vuoi con un libro di storia, vuoi con soventi squarci di vita rurale. Un paio di fogli di carta attestano la mia totale incapacità nel fare affari: solo i pazzi e gli stolti intraprendono la carriera umanistica di questi tempi. Non sazio, intraprendo un’assolutamente non proficua attività da “divulgatore” sui social, che porta via tempo al mio sonno e che mi condurrà dunque ad una prematura dipartita.

Acta est fabula, plaudite!

Se siete curiosi fate un salto sulla pagina Instagram o direttamente Spotify, inforcate le cuffiette e immergetevi nell’ascolto di Storia in flanella. Giuseppe aspetta feedback di qualsiasi tipo, convinto che si smetta di migliorare solo il giorno in cui si approda agli Inferi.

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