il mestiere del libraio

Quando un laureato in lettere ottiene il suo primo stage, c’è un luogo che può sembrare il Paradiso. In realtà, il mestiere del libraio non dovrebbe proprio essere giudicato dalla copertina: i retroscena (buoni o meno buoni) si nascondono nella rilegatura!

L’articolo di Marta Carrolo

Quando da bambina entravo in libreria, pensavo che fosse un po’ simile al Paradiso: scaffali e scaffali di libri da cui poter attingere, tanto che ogni volta mi dispiaceva essere costretta a scegliere cosa comprare (grazie a una madre saggia che mi raccomandava di non esagerare e di decidere oculatamente). Prassi che, tuttavia, ho messo bellamente da parte quando da grande ho cominciato a tornare a casa con sacchetti pieni di libri (con mio padre che mi guardava perplesso e faceva finta di ignorare che gli avessi quasi prosciugato il conto).

All’epoca guardavo ai librai come a gente baciata dagli angeli: avevano ricevuto un grosso colpo di fortuna per lo straordinario privilegio di passare il loro tempo in mezzo a tutte quelle storie, a quelle parole, a quelle emozioni.

Ebbene, da grande mi sono resa conto che non è tutto oro quel che luccica. O meglio, lavorare in mezzo a tutte quelle pagine è oggettivamente meraviglioso: è come avere accesso illimitato a ciò che ami di più, a talmente tante storie da potercisi perdere. E tu sei ben felice di avere il dovere di conoscerle, e quindi leggerle.

Rivelazioni in formato brossura

Quello che non avevo messo in conto, iniziando lo stage, è che il mestiere del libraio è anche quello del venditore e proprio per questo ha a che fare con dei clienti. 

Ora, non fraintendetemi, il contatto umano è fondamentale. Alcuni si dimostrano persone intelligenti, aperte, interessate a uscire dal proprio guscio e ad ascoltare consigli e curiosità, con cui lo scambio diventa occasione di arricchimento costante, mentre davanti ad altri sbattere la testa contro il muro rimane la soluzione più conveniente.

Perché abbondano i casi dei “so-tutto-io” che pretendono di avere ragione anche quando gli si dice che due più due fa quattro (“Ma io ho sentito dire che fa 5”). A questi esemplari il consiglio non interessa (anche quando sono loro a richiederlo): basta sentirsi parlare, ascoltare la propria voce impegnata in discorsi apparentemente intelligenti per poi farsi i complimenti da soli.

Tu sei lì ad ascoltarli in modo paziente mentre in realtà ti stai conficcando le unghie nel palmo delle mani per impedirti di dire loro che in realtà stanno accumulando un mucchio di sciocchezze. 

La sezione ragazzi

Come quella volta che una coppia di nonni è entrata chiedendo un libro adatto al nipotino di un anno/un anno e mezzo.  Esistono moltissimi libri adatti a questa età, il cui scopo preciso è quello di far divertire il bambino e allo stesso tempo aiutarlo a sviluppare le proprie facoltà cognitive. E come in tutta la letteratura per l’infanzia, ogni età ha il libro adatto e anticipare libri per più grandi può essere inutile – quando non controproducente.

In questo caso, le opzioni proposte erano state ampie: libri tattili, libri sonori, cartonati con frasi semplici ed elementari… Niente. Nulla di tutto questo era stato ritenuto adatto dall’augusta signora, che, impuntatasi su un titolo 2+, insisteva nel dire: “No ma lei non capisce, mio figlio è molto bravo a raccontare e quindi cambierebbe le parole per far sì che il mio nipotino capisca”.

Il punto non è tanto il voler acquistare a tutti i costi un titolo diverso da quello proposto (il mestiere del libraio è anche quello di dare solo un consiglio), quanto piuttosto la condiscendenza e la convinzione assoluta di essere nel giusto, senza possibilità di replica.  L’episodio si è concluso con me che, per evitare di conficcare le unghie ancora più a fondo, chiamo la mia collega e le passo la “patata bollente”.

Pazienza. Lavorare in libreria serve a sviluppare tanta pazienza, lungimiranza, ma anche desiderio di conoscenza e di comprensione. Perché un buon libraio è come un mago: capisce i tuoi desideri, i tuoi dubbi, i tuoi problemi e sa indirizzarti discretamente verso ciò che potrebbe aiutarti a risolverli o a capirci qualcosina in più.

Colleghi fantastici e dove trovarli

Ho avuto il privilegio di lavorare con due persone proprio così, e credetemi, vederle in azione era pura magia. Due figure molto diverse tra loro, ma che condividono entusiasmo e grande passione per il mestiere del libraio. Per loro due fogli rilegati e con una copertina non costituiscono necessariamente un libro: un vero libro ha un’anima, che parla a chi ha orecchie e cuore per ascoltare quello che ha da dire. 

Mi hanno insegnato che bisogna tenersi aggiornati, capire cosa va per la maggiore di momento in momento, ascoltare attentamente i desideri dei clienti e cercare di interpretarli nel modo giusto. E leggere, leggere, leggere. È stato un onore averle affiancate, anche se per poco tempo.

Rifarei l’esperienza in libreria? Come disse un’emozionata Jane Bennet a Mr. Bingley nel film di Orgoglio e pregiudizio: “Sì, mille volte sì”

Marta Carrolo

Mi chiamo Marta Carrolo, ho 28 anni e adesso vivo a Brescia. Una laurea magistrale in Filologia italiana e varie esperienze successive – tra cui un master in editoria – mi hanno fatto capire che la mia strada lavorativa è da costruirsi a partire dai libri, di cui sono fervente e convinta adepta da oltre vent’anni.
Amo immergermi nei cartoni Disney, nei film e nelle serie TV, che allietano e nutrono continuamente le mie aspirazioni da romantica sognatrice incallita.

I Laureati
I Laureati
Articoli: 93

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Non perderti le avventure degli umanisti! Iscriviti alla newsletter

Leggi la nostra privacy policy e registrati: in cambio consigli, storie umaniste e aneddoti. Non più di una volta al mese