dizionario economico letterati

Quando mi è stato detto che avrei dovuto iniziare a scrivere di economia mi sono sentita come Lucia Mondella nell’Addio monti. Dopo più di anno ho capito che muoversi con disinvoltura tra il lessico specifico è ciò che può salvare un’intervista. Ecco un piccolo, ma essenziale, dizionario economico per letterati.

L’articolo di Camilla Faccini.

L’assioma per cui essere in grado di affrontare qualsiasi argomento in maniera competente allarghi la mente è sacrosanto. Lo sforzo impiegato nel farlo, però, è direttamente proporzionale alla perdita di serenità che ne consegue. 

Ho iniziato il mio percorso da giornalista occupandomi di cultura e società. Ero felicissima. Inaugurazioni di mostre, iniziative sociali, presentazioni di libri, restauri, giornate di studi: a stento credevo davvero potesse essere il mio pane quotidiano. Infatti è durato pochissimo. 

Dopo pochi mesi il grande salto: sarei passata all’economia. Devi esserne felice, mi dicevano, non lasci una rubrica se non per trovarne una migliore. Io, come Lucia Mondella, mi accingevo a recitare tristemente il mio addio monti, pensando a “quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!”. Nessun desiderio fuggitivo al di là di quello che già facevo, nella mia comfort zone io stavo benissimo.

Il battesimo sul campo fu tremendo: parlando di chiusura di bilancio, dopo aver informato il pubblico che l’anno si era chiuso “bene”, avevo glissato ogni genere di numero concentrandomi sulla filantropia dell’ente e su evidenti informazioni di secondaria, forse anche terziaria, importanza. 

Tutto da rifare, ancora mi chiedo cosa possano aver pensato di me. Le mie avventure economiche, però, dovevano proseguire e non sarebbe stato un percorso indolore. Lessico sconosciuto, termini mai sentiti, una nuova lingua. Poi numeri, tanti numeri. Tempi aziendali di cui non sapevo nulla, ore passate a studiare per preparare un’intervista che neanche l’esame di neuroscienze cognitive. 

Dopo più di un anno, compagni umanisti, posso dirmi tutto tranne che esperta di economia, ma credo sia fondamentale condividere quanto di prezioso ho appreso. Il rischio di trovarsi in una situazione simile alla mia, nel decollare delle vostre carriere, non è da escludere. 

Piccolo dizionario economico per la sopravvivenza dei letterari

Ci sono alcuni termini che è necessario conoscere e saper usare per non ritrovarsi spaesati dopo il primo scambio di battute con il vostro intervistato. Eccoli, spiegati bene. 

  • Bilancio: quel momento in cui si fanno i conti dell’anno, guardando entrate e uscite. Attenti: il bilancio nelle aziende si chiude a marzo, un po’ come fossero le pulizie di primavera. 
  • Trend: andamento. Vuol dire come sta andando un determinato settore economico. Sperate sempre sia positivo.  
  • Holding: è la società che controlla un gruppo di imprese. Un po’ come un generale romano con le sue legioni. 
  • Società partecipata: azienda di cui gli enti locali detengono una quota di proprietà. Queste si nascondono come funghi, occhio a stanarle subito o potrebbero nascere grossi malintesi. 
  • In house: quando un servizio viene gestito internamente, senza il coinvolgimento di esterni. Usato spesso insieme ad affidamento (un po’ come le frasi fatte sul dizionario di latino). 
  • Utile: in sintesi, la differenza tra guadagni e costi. In sintesi maggiore, quanti soldi rimangono ad un’azienda. Vale quanto detto per il trend.  

Recentemente ho rivisto una persona che avevo intervistato lo scorso anno. «Ci eravamo lasciati lo scorso anno con un forte utile attivo e l’idea di proseguire con gli investimenti sull’elettrico, ora?» Ha risposto con soddisfazione, felice che me ne ricordassi. 

Definirla comfort zone è ancora eresia, ma è bello iniziare a sentirsi a proprio agio. Certo sarebbe stato tutto più semplice se avessi avuto questo dizionario economico nascosto tra i grafici e i bilanci che ho dovuto studiare.

Camilla Faccini
Camilla Faccini

Camilla, co-autrice del Blog (vista da Alfredo): se potessi, le affiderei tanto la biografia di un neomelodico napoletano quanto le memorie di uno statista della Prima Repubblica: Camilla ha il dono di poter scrivere qualunque cosa con esattezza ed eleganza. Certo, per carattere esercita oltremodo la sua capacità di giudicare, ma il sorriso con cui accompagna anche la critica più spietata la rende uno splendido Angelus Novus.

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