A volte prendersi un anno sabbatico può stravolgere i nostri piani per il futuro. Dagli studi nel campo della moda al comunicare l’arte, la storia e la cultura di un luogo il passo è lungo ma il contatto e l’interazione con chi si affida ai tuoi racconti lascia una traccia indelebile.
L’articolo di Giorgia Camedda
Era il 2015, e io ero appena stata proclamata Dottore in Culture e Tecniche della Moda. Avevo un piano in mente: mi sarei presa un anno per poter preparare al meglio la mia candidatura d’accesso all’Università di Bordeaux.
Da Bologna decisi di tornare in Sardegna, terra dalla quale provengo, e in poco tempo mi sono ritrovata sommersa di scartoffie in francese. Qui la svolta: mia madre mi suggerisce la possibilità di frequentare un corso per diventare una guida turistica. Con molto scetticismo decisi di partecipare e mi ritrovai circondata da persone di tutte le età con una grande passione in comune: la storia e la cultura sarda.
Nuove prospettive
Non abbandonai il mio obbiettivo iniziale, ma il corso si rivelò talmente coinvolgente che iniziai a vedere un’altra porta schiudersi lentamente davanti ai miei occhi. Il corso mirava a fornirci gli elementi e le basi teoriche e pratiche per poter essere efficaci al momento della mediazione con il pubblico; proprio per questo motivo la parte fondamentale del corso erano le uscite presso siti archeologici e musei con guide turistiche con grande esperienza alle spalle. Credo che siano stati proprio quei momenti a farmi capire quanto diventare una guida turistica potesse essere gratificante.
Erano passati quasi sette mesi, il corso si era concluso, io ero diventata ufficialmente una guida turistica e le ripercussioni iniziarono a prendere forma: mi iscrissi al corso di Didattica dell’Arte e Mediazione culturale del patrimonio artistico all’Accademia di Belle Arti di Bologna. E l’idea di andare all’Università di Bordeaux?! Mandai la candidatura, fui ammessa ma decisi di non partire. Il percorso che avevo appena concluso mi aveva fatto comprendere come comunicare l’arte, la storia e la cultura fosse fondamentale per creare inclusione intellettuale e sociale e per questo scelsi di proseguire nell’ambito della mediazione.
La guida turistica e il capitale umano
Tutto molto poetico, certo, ma in soldoni cosa vuol dire diventare e fare la guida turistica? Prima di tutto è bene sapere che si passano le ore a studiare le opere e la storia dei luoghi in cui devi fare una visita. Devi conoscere tutto alla perfezione per poter comunicare al meglio il messaggio. Si tratta di un lavoro certosino, degno di un vero topo da biblioteca. Dopo aver superato questa fase di ricerca e di organizzazione logistica si passa a quella che io considero la punta dell’iceberg: il contatto con il pubblico.
Quando lavori con le persone, con il capitale umano, anche se ti prepari al meglio, non sai mai che razione possano avere. Il pubblico potrebbe farti domande inaspettate oppure ascoltarti attentamente o condividere conoscenze con te e creare un dibattito costruttivo. Ricordo quando facevo le mediazioni con i bimbi di tra gli 8 e gli 11 anni alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il tema del percorso didattico era il cibo e una volta mi trovai davanti ad un gruppo classe così preparato da lasciarmi senza parole: un bambino mi fece presente che uno dei simboli del quadro che stavamo analizzando era il Genus Bononiae! Quell’intervento mi destabilizzò: una citazione in latino da un bambino di 10 anni non era certo quello che mi aspettavo. Quando ho finito quella mediazione avevo il sorriso sulle labbra.
L’estate scorsa, invece, ho accompagnato un gruppo di turisti in pensione a visitare il Parco Letterario di Grazia Deledda. Quei simpatici vecchietti hanno iniziato a trattarmi come la loro nipotina e quando gli raccontavo delle vicende di ‘Canne al Vento’ mi chiedevano dei personaggi del romanzo come sei dovessi svelargli i gossip più succulenti del paese. Altre volte mi è capitato di lavorare con classi di adolescenti talmente timidi che quasi non riuscivano ad interagire con me.
Però è questo il bello di essere una guida turistica: incontri ogni genere di persona e per quanto tu possa cercare di lasciare qualcosa a loro, saranno sicuramente loro a lasciare una traccia indelebile su di te.


Giorgia Camedda
Sono affamata osservatrice dell’arte in tutte le sue forme. Mi piace pensare che sono lo strumento di cui le persone possono servirsi per comprendere meglio l’arte del passato e del presente. Un giorno spero di riuscire a creare uno luogo dove l’arte crei inclusione sociale e culturale, dove la libertà di espressione sia il principio cardine.
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